Birrificio Jonico, fare impresa con Resto al Sud

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Birrificio Jonico, imprenditorialità giovanile

Sono oltre 130 i progetti finanziati tra Matera e provincia nei cinque anni dall’esordio di Resto al Sud. L’incentivo, parte integrante del portafoglio Invitalia, sostiene l’avvio e il consolidamento di imprese gestite da giovani. Un importante contrasto alla disoccupazione e a quella fuga di cervelli che da sempre ci restituisce una sintesi tutta italiana.

Ed è proprio sfruttando l’incentivo Invitalia che, Antonio e Naomi Violante, rispettivamente 25 e 27 anni, hanno dato forma al proprio progetto lavorativo. «Birrificio Jonico è una realtà che nasce cinque anni fa – spiega Antonio – con la decisione di aprirsi al mercato. Ciò che attualmente consideriamo il passo decisivo è l’avvio del nostro stabilimento. Un laboratorio dove il mastro birraio potrà dare il meglio di sé». E sorride, perché il mastro birraio è lì affianco a lui. Carmine Violante, quindici anni di esperienza alle spalle, padre e imprenditore caparbio. Punto fermo di un progetto tutto in ascesa.

Il passo decisivo

Il passo decisivo, quello di cui parla Antonio, è un countdown programmato per maggio, alle porta dell’estate del nuovo anno. Il progetto? «In prossimità dello stabilimento un beer garden in stile tedesco. Un piccolo angolo di Germania nel cuore di Nova Siri – aggiunge Antonio, con i gesti e le parole di chi quell’immagine c’è la ben fissata in mente da tempo – l’idea non è solo la vendita diretta, ma un luogo di convivialità e socialità, animato da eventi musicali e culturali. A ciò si aggiungeranno i tour all’interno del birrificio, un percorso esperienziale rivolto a turisti, curiosi e scolaresche».

Dentro lo stabilimento due impianti. «Un piccolo impianto pilota – spiega Carmine – attraverso il quale selezioniamo il prodotto diretto al mercato, e un impianto manuale a fiamma diretta per la produzione di birre in decozione. Una variante produttiva di antica origine risalente alla tradizione brassicola del centro europa». Il filo rosso resta, sempre e comunque, l’artigianalità del prodotto. Un prodotto ricercato e di qualità che vuole rivolgersi a chi sappia apprezzarlo.

La produzione

Ma per quanto riguarda l’attuale produzione? «Sei tipologie di birra in tutto. La Birra del Capitano, una helles da 5,2°, “la birra perfetta per ogni occasione” che accompagna senza coprire. L’Alba Rossa, bock da 6,5°, forte e robusta, e la sua versione estiva, Alba Chiara, helles con quei quattro decimi di alcool in meno che fanno la differenza. La Lager Hops, 5,4°, luppolata a freddo, dalle note agrumate e di pompelmo e la My Bock, 7,5°, bassa fermentazione, stile tedesco. La lista si chiude con la Hercules, il cui nome dice tutto – ironizza Carmine – una strong lager da 9,8°, non proprio per tutti».

Il malto è cento per cento lucano, i luppoli tedeschi ed americani. Il futuro di Birrificio Jonico è tutto ancora da scrivere. «Manterremo alcune di queste produzioni – spiega Antonio – ma l’idea è indirizzarsi verso una vera e propria personalizzazione del prodotto». Un’artigianalità che vuole orientare le aspettative del consumatore, che sa farsi strategia di marketing e customizzazione. Un’artigianalità che torna a crescere a far parlare di sé. Anche grazie al proficuo compromesso tra generazioni lontane ma dialoganti.  

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