Goloso Lucano. I liquori artigianali di San Chirico Raparo

Tempo di lettura:  2 minuti
 
La storia

Goloso Lucano, una scelta di vita che dà il via alla storia di una nuova impresa. È questa la genesi della piccola azienda di liquori di Caterina Gresia.

Siamo a San Chirico Raparo. Poco più di novecento abitanti arroccati sullo sperone roccioso che si affaccia sulla valle del Racanello. Diverse le ipotesi formulate sull’origine del piccolo borgo potentino. La più avvalorata tra queste fa risalire la nascita del centro alla fondazione dell’abbazia di Sant’Angelo, proprio alle pendici del monte Raparo. La struttura, fondata da un gruppo di monaci basiliani intorno al X secolo, è ad oggi uno dei più importanti esempi di insediamento monastico dell’Italia meridionale.

«L’usanza di raccogliere le erbe per ottenere liquori digestivi nasce proprio all’interno dei monasteri e delle abbazie – spiega Caterina Gresia – i monaci avevano una conoscenza profonda delle piante, estrapolandone ogni virtù. I nostri monaci basiliani non costituivano di certo un eccezione. L’antica tradizione liquoristica del territorio viene da li e i prodotti del Goloso ne sono diretti discendenti».

L’azienda

Ma come e quando nasce l’azienda? «Per anni ho lavorato come tributarista. Tornavo a casa e in cucina mi dedicavo alla produzione dei più svariati liquori. Era un modo per rilassarmi, staccare la spina. Poi, nel 2010, abbiamo aperto il nostro laboratorio. È stata una scelta di vita, prima che imprenditoriale».

I lunghi iter burocratici, l’adeguamento della struttura. Poi, la sperimentazione continua alla ricerca della ricetta perfetta. «Oggi, a sessant’anni, posso dire di avere alle spalle ben quattro decadi di produzione artigianale di liquori, ma questo è e resterà un lavoro di squadra, senza la famiglia al mio fianco, mio marito e i miei figli, nulla sarebbe stato possibile».

I prodotti e il racconto del territorio

Il risultato? Dieci esperienze dal sapore unico. Dal più tradizionale caffè, «maciniamo i veri chicchi – tende a sottolineare Caterina – senza ricorrere all’aggiunta dell’essenze», al cioccolato, con il quale l’azienda è partita, oggi anche nella variante al peperoncino, fino allo cherry. A questi si aggiunge il nocino, la rucola e l’alloro, per poi passare al lime e al bergamotto.

«Con le nostre produzioni vogliamo raccontare i profumi seducenti della terra lucana. Utilizziamo solo prodotti di qualità e seguiamo ritmi tipicamente artigianali». La sintesi di un territorio che continua a stupire per la sua complessità e le mille declinazioni. L’artigianalità come direttrice di un prodotto che si differenzia sul mercato grazie ai dettagli innovativi che lo contraddistinguono. Un prodotto che si fa occasione di riscatto e sviluppo. «Mi piace chiamarle “particolarità” – aggiunge Caterina – tutti quei fattori che rendono i nostri prodotti unici e dalla spiccata personalità».

Il marchio De.Co.

Ed è proprio grazie a queste “particolarità” che ad alcuni dei liquori di Goloso Lucano viene riconosciuto il marchio De.Co., un’attestazione di tipicità che a differenza delle denominazioni protette a livello europeo viene disciplinata a livello comunale ed è pertanto alla portata di iniziative di valorizzazione locale.

I progetti futuri? «Non seguiamo né ci auspichiamo grandi numeri – conclude Caterina Gresia – non è quello che fanno gli artigiani. Vogliamo continuare ad assicurare ai nostri clienti la qualità e la ricercatezza dei nostri prodotti, senza perdere di vista il racconto, attraverso di essi, della nostra lunga e bellissima storia territoriale».

Potrebbero piacerti anche:

Nives Elixir. Dal manoscritto al Nettare del Sirino

Milvus Brewery: born to fly. Birra, rapaci e non solo

Pomarico. Profumo d’estate nelle ricette a base di fichi

Podolico del Casone Presidio Slow Food