Lucania Foods: il made in Basilicata
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Cosa vuol dire oggi la valorizzazione dei prodotti appartenenti a una data area territoriale? Cosa implica tale percorso e quali sono i reali e concreti strumenti attraverso cui perseguirlo? Ve lo raccontiamo attraverso la storia del marchio Lucania Foods.
Lucania fine and quality foods ha scelto, ormai dal 2015, la strada dell’associazionismo. Caratteristica principale? La “lucanità” tanto dei prodotti quanto dei produttori. Un binomio che vede la propria nascita dalla fortunata unione di due differenti processi di aggregazione tra aziende del settore primario: il PIF Olivicolo Eufolia Mediterranea e il progetto di internazionalizzazione del settore agroalimentare regionale, Mapping Basilicata.
L’aggregazione come soluzione a una competitività che risulterebbe quasi nulla se si giocasse da soli. Una rete in grado di rispondere alle sfide della globalizzazione, rimanendo però ben salda alle migliori tradizioni del territorio di provenienza.
Come? «Costituendo un paniere di prodotti tipici lucani biologici, appartenenti anche alle denominazioni IGP e DOP, che soddisfino l’intera filiera, dall’olio biologico alla pasta e i legumi, dalla salsa di pomodoro ai dolci – spiega Giuseppe Vignola, titolare dell’azienda capofila Biologica Vignola, che assieme a Serrealte di Mariagrazia Salerno, La Majatica di Angelo Valluzzi e Tenuta Golfi di Paolo Colonna costituiscono l’ATS – vogliamo far conoscere queste produzioni all’estero presentandoci insieme sotto il grande marchio ombrello Lucania Foods».
Avere i numeri giusti affinché il made in Basilicata possa proporsi concretamente come eccellenza nel mondo. Una proposta sotto forma di promozione che trova la sua più giusta e naturale declinazione nella partecipazione alle fiere di settore. «Un trampolino di lancio per una sana crescita – commenta Vignola in relazione alla recente partecipazione al Salone del Gusto di Torino – siamo riusciti ad avere incontri proficui e ottime risposte da chi è stato ben felice di conoscere le nostre produzioni».
La salvaguardia della genuinità e delle tradizioni anche attraverso l’atto di informare il consumatore circa il prodotto a cui esso va approcciandosi. Una promozione, dunque, che si traduce in qualcosa di più ampio, puntando alla custodia di un patrimonio che, oltre all’immenso potenziale economico, si estrinseca nella storia di un’intera comunità.
Le radici sono quelle della collina materana e del Vulture. «È da qui che veniamo ed è qui che produciamo i nostri prodotti – aggiunge Vignola – le radici sono importanti, le nostre sono forti e sane ed è per questo che possiamo considerarci unici nel nostro genere».
I progetti futuri? «Aprirci al mondo e ad altre aziende che possano sposare il nostro progetto – aggiunge Vignola – attualmente siamo in sette ma crediamo fermamente nell’opportunità che il far rete porta con sé. A ciò si aggiungono i vari progetti che stiamo portando avanti all’interno delle scuole che ci vedono impegnati nella diffusione di buone pratiche ecologiche e di educazione alimentare». Un’altra delle innumerevoli strade attraverso cui la Basilicata oggi sta costruendo il proprio domani.